La Cultura che se ne va, 2022/2023
240h x 150 x 660 cm
Ferro
Smart Cultura?, 2022
178h x 120 x 120 cm
Ferro
In un mondo iperconnesso la scultura Smart Cultura? pone un interrogativo sull’evoluzione tecnologica. Questa diffusione di utilizzo della rete internet attraverso smartphone, tablet e pc ci consente di avere accesso a tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno, ci dà imput, ci dà stimoli ed è generatrice di una maggior diffusione della cultura. Ma allo stesso tempo ci rende difficile la relazione lontano dallo schermo, ci chiude in noi stessi e crea una disaffezione alla socialità reale, preferendo quella virtuale. La rete ci aiuta e ci penalizza allo stesso tempo, avendo pro e contro non si intende porre un giudizio negativo o positivo a priori ma si vuole portare ad una maggiore riflessione per capire se tutta questa evoluzione tecnologica ci stia portando a progredire o a regredire.
Il peso della cultura fa muovere il mondo, 2020
220h x 239 x 133 cm
Ferro
Questa scultura nasce dall’esigenza di porre l’attenzione sul bisogno dell’uomo di crearsi un proprio bagaglio culturale, sul percorso costellato di fatica e tenacia che deve affrontare per poter conoscere ciò che gli sta attorno e affermare se stesso. L’uomo è visto come un’instancabile viaggiatore che erra nel mondo alla ricerca di conoscenza.
Oggi più che mai la cultura si può carpire sia viaggiando con il corpo che con la mente, grazie alla ricca “rete” di informazioni disponibili. Qualunque sia il percorso che si sceglie di intraprendere ci saranno difficoltà da superare per formare e accrescere la propria cultura, ma è solo grazie ed essa che l’uomo può affermare la propria libertà.
Ladri di cultura, 2019
350h x 200 x 150 cm
Ferro
L’idea che ha portato alla realizzazione di questa scultura è nata in risposta ad un episodio assai bizzarro che ha avuto luogo qualche anno fa nel sud Italia: qualcuno tentò di vendere un’antichissima chiesetta ad un compratore americano. La struttura fu smontata ed ogni pezzo venne rigorosamente imballato per essere spedito oltreoceano. Fortunatamente durante l’imbarco qualcuno notò qualcosa di strano nella spedizione di quei mattoni e pezzi di marmo dall’aria così antica e, una volta avvisata la sovrintendenza dei beni culturali, l’operazione di espatrio venne bloccata.
Questo evento ha fatto riflettere l’artista su come possa essere facile rubare nel silenzio e sotto gli occhi di tutti ciò che fa parte della nostra cultura. Siamo talmente ricchi di opere d’arte e il nostro patrimonio culturale vanta così tanti siti e architetture che talvolta rischiamo di dimenticarci del loro valore, mentre altrove c’è sempre qualcuno che farebbe carte farse per appropriarsene. Nasce così la scultura “Ladri di cultura”.
La decadenza della cultura, 2015-2021 (nuova versione espositiva)
120h x 490 x 125 cm
ferro
Questa scultura dal titolo Omaggio a Capocolonna è dedicata al tempio di Hera Lacinia (KR). Il tempio nei secoli è andato distrutto ed è pervenuta sino a noi solo una delle colonne. Essa è la mia prima memoria artistica, poiché da bambino i miei genitori mi portavano spesso a visitare questo parco archeologico.
Due sono i motivi che mi hanno portato a modificare titolo e modalità espositiva di questa scultura. Il primo risiede negli atti di vandalismo che si sono ripetuti negli anni, triste tentativo di far crollare la colonna che ha portato il Parco Archeologico ad adottare nuovi sistemi di sicurezza (ad oggi la colonna è visitabile da dietro una recinzione collocata a 5 mt di distanza dal monumento, un tempo aveva accesso libero ed era possibile salire sui gradini della colonna stessa). Il secondo motivo è la diretta conseguenza di questi atti vandalici: la mia volontà di riflettere e far riflettere sulla mancanza di rispetto e sulla decadenza della nostra cultura.
Ogni anno opere d’arte e monumenti, il nostro patrimonio culturale, il nostro bagaglio interiore, la nostra storia, viene vandalizzata, dimenticata dagli stessi uomini che l’hanno creata. La cultura va tramandata, di generazione in generazione, e questo cambio di allestimento vuole essere monito, per ricordare e per cambiare questa tendenza di allontanamento alla cultura.